1° e 2° semestre Llotja di Barcelona Giorgia P

  • Una esperienza immersiva. Sono partita per questo Erasmus senza aver mai parlato spagnolo. Se lo avessi parlato sarebbe servito e non servito. I corsi che ho frequentato erano prevalentemente (completamente) in catalano: lato negativo per la difficoltà nel seguire le lezioni. Soprattutto molto difficile iniziare a parlare spagnolo (indispensabile per immergersi nella vita vera della città) se chi ti circonda parla un'altra lingua. Nonostante questa difficoltà posso dire di essere stata accolta a braccia aperte e lo stesso sforzo fatto da me per capire e seguire le lezioni lo vedevo riflesso nei professori e negli altri studenti che non mi hanno mai lasciata indietro, hanno sempre voluto tenermi al corrente di tutto e mi hanno sempre invitata a corsi di approfondimento, workshop esterni ai corsi ecc. Tutto ciò sicuramente perché hanno visto grande interesse nei miei confronti sia nei corsi, sia nel voler entrare nelle lingue e nella cultura locale, ho visto che altri ragazzi erasmus non sono stati trattati allo stesso modo (senza dubbio, in primis, veniva dalla loro modalità di approccio). Posso anche dire con grande gioia di aver raggiunto un livello di spagnolo abbastanza alto e per quanto riguarda il catalano: parlo l'indispensabile e capisco quasi tutto. Per quanto riguarda le lezioni, dipende molto dai relativi corsi frequentati. C'è da prendere in considerazione che non è un'Accademia e l'approccio di studio e insegnamento sono molto differenti. Non nascondo che rispetto all'accademia il livello sia sicuramente più basso. Quando in Accademi: abituati ad avere un linguaggio ed una ricerca argomentativa personali ed uno studio tecnico e di linguaggio approfondito rispettivamente allo studio soggettivo; sono stata costretta a discostarmi un minimo dal mio percorso di studi (per quanto rimanendo nell'attinenza) per evitare di ripetere a livelli meno approfonditi quello che avevo già nel mio bagaglio di studi. Alla Llotja lo studio che propongono è prevalentemente a livello tecnico. Lato molto positivo: i corsi sono divisi in piani di studio e ogni piano di studio è diviso in molte materie. Queste materie (anche se di poche ore e di conseguenza di pochi crediti) sono indirizzate ad insegnare una tecnica specifica e raggiungono il loro obiettivo. Lo studente erasmus può montarsi il piano di studi rispettivamente al suo interesse o alle sue mancanze tecniche per poter rendere l'esperienza davvero formativa. Io nello specifico sono rimasta molto, molto soddisfatta di alcune materie del corso di ceramica. I professori oltre l'insegnamento lavorano nel settore e sono veramente preparari a livello tecnico. Ho avuto la fortuna di incontrare questi corsi molto specifici (compresi di molta teoria per una giusta applicazione tecnica) che in italia, per quanto li avessi cercati, non li avevo mai trovati montati così bene. Concludendo: per quanto ho dovuto mettere da parte la parte di studio argomentativo personale, sono stata molto felice degli approfondimenti tecnici che ho potuto aggiungere al mio bagaglio di apprendimento. Per non parlare dell'opinione molto positiva che mi sono fatta della cultura catalana che a primo impatto chiunque potrebbe definire fredda e conservatrice. Esattamente il contrario.
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