Eliseo Mattiacci, scultore per vocazione e formazione, sulla linea di un carattere peculiare degli scultori marchigiani è scultore nei metalli. Da Cagli, nel 1964, si trasferisce a Roma inserendosi nell’ambiente della capitale, in pieno fermento con gli artisti della Scuola di Piazza del Popolo e con gallerie diventate ormai mitiche: La Tartaruga, La Salita, L’Attico. L’esordio spettacolare è nel 1967, quando l’Artista, nella prima personale alla Tartaruga, invade lo spazio della galleria con Tubo, 150 metri di tubo flessibile in ferro nichelato giallo che si snodava anche all’esterno nell’ambiente urbano circostante. La ricerca sui materiali - gli oggetti d’uso, gli scarti industriali - manipolati e assemblati in modo da generare inediti effetti tattili ed esaltarne le proprietà fisiche quali peso, gravità, magnetismo, permettono all’Artista di partecipare nel 1967 alla nascita dell’Arte Povera. Al 1969 risale l’approdo a L’Attico di Fabio Sargentini. Parallelamente alla ricerca sui materiali, Mattiacci affronta la dimensione performativa dell’arte incentrata sull’essere fisico e sul concetto di esistenza e identità. Gli anni Ottanta segnano per Mattiacci l’affermarsi dell’interesse per l’astronomia con “opere spaziali - cosmiche - astronomiche” (Bruno Corà). Nel 1986, presso la Galleria Franca Mancini di Pesaro, espone Carro solare del Montefeltro, opera in seguito al centro di una delle più apprezzate sale della Biennale di Venezia nell’88. L'anno seguente a Cagli, all’interno del Torrione, progettato nel 1481 da Francesco di Giorgio Martini, nasce su iniziativa dell'Artista il Centro per la Scultura Contemporanea. Negli anni Novanta Mattiacci realizza opere monumentali in spazi aperti, generando moti di infinito dalle forme massicce e dalla consistenza dei metalli. Il paesaggio diventa lo scenario privilegiato dell’azione artistica e del suo artificio meccanico, in sottile sfida con le leggi fisiche. Nascono così straordinarie installazioni, in cui la spazialità cosmica di Mattiacci dialoga con gli elementi dell’universo e con le forze che lo governano.
Al talento di un artista che si è inserito nel dibattito internazionale come protagonista indiscusso del presente dell'arte.
Per una ricerca fondata sulla conoscenza dei materiali, sulla fiducia di rinnovare e sovvertire lo spazio espositivo, sulla potenza dell'intuizione immediata e imprevedibile.
Per aver coniugato l'area del materiale a quella inesauribile del mentale.
Per aver precorso i tempi e per aver rinnovato radicalmente i modelli della scultura fino a trasformare le idee in realtà e la realtà in spazio senza tempo.
A Eliseo Mattiacci viene riconosciuto il premio Svoboda al talento artistico e creativo