L'Accademia di Belle Arti di Macerata è lieta di annunciare la mostra collettiva Giochi d'ombra, e suoni degli studenti ABAMC, che si terrà negli spazi della GABA.MC Young dal 15 marzo al 1 aprile 2023, in collaborazione con l'Associazione Musicale Appassionata La realizzazione della mostra Giochi d'ombra, e suoni è stata stimolata dall'incontro/concerto che si è svolto nello scorso mese di gennaio presso Villa Lauri, sede dell'Istituto Confucio UNIMC, con Jacopo Cenni (compositore) e il Duo Dubois - formato da Alberto Cavallaro (saxofonista e performer) e Federico Tramontana (percussionista e performer) - invitati dall'Associazione Appassionata per delle residenze musicali. Musicisti giovani, ma già affermati, premiati alla Biennale Musica 2022, che conducono nell'ambito della musica contemporanea ricerche sperimentali nelle quali sonorità nuove scaturiscono non solo dagli strumenti tradizionali, ma anche da materiali e oggetti anomali, apparentemente estranei al contesto musicale. Modalità esecutive che sorprendono e catturano l'ascolto, che affascinano lo spettatore anche per il particolare impatto delle azioni performative. Fare con altro è stato il primo passo nella costruzione della mostra degli studenti del biennio di Pittura del Contemporaneo ABAMC che per questa occasione, rinunciando alla seduzione del colore e della materia pittorica, si sono rivolti a materiali e oggetti d'uso comune, trovati o riciclati, che nella loro essenzialità, variamente assemblati e presentati, creano un'ambientazione immersiva che coinvolge nel gioco di ombre e suoni. E così, tonalità neutre, impalpabili, proiettate sulle pareti dello spazio espositivo restituiscono costruzioni ornamentali, geometriche, segniche originate da interventi su supporti trasparenti (acetati, plexiglass, bottiglie) variamente illuminati. Sculture sospese, leggere e aeree, sensibili al soffio, altre metalliche, esili, con ruote di bicicletta che girano al tocco delle mani, frammenti di specchio e molle estensibili su una lastra metallica che si possono tendere per farla suonare, un piano inclinato, quasi un monolite, che proietta traiettorie infinite, una videoproiezione con il suono via via disturbato e interrotto di una chitarra classica, una spirale a terra punteggiata da sfere bianche di carta. Tutte insieme queste opere vibratili compongono una sorta di caleidoscopio del sottotono e della penombra, inventano uno spazio di quiete e di sogno.
Marina Mentoni