Tommaso Binga

Tommaso Binga

Tommaso Binga
Bianca Pucciarelli Menna, nata a Salerno nel 1931, ha acquisito il nome d'arte di Tomaso Binga come forma di protesta di fronte ai privilegi del mondo maschile rispetto a quello femminile. Si è trattato di un "matrimonio" fra la sé Bianca Menna e la sé Tomaso Binga, fra la persona e l'artista. Ha insegnato teoria e metodo dei mass media presso l'Accademia delle Belle Arti di Frosinone e dal 1970 si occupa di scrittura verbo-visiva, poesia sonora, visiva e performativa. È tra le figure di punta della poesia fonetico-sonora-performativa italiana insieme ad autori dello spessore di Adriano Spatola, Arrigo Lora Totino e Giovanni Fontana. Oltre ad aver partecipato ad innumerevoli rassegne, festival e manifestazioni di poesia dell'avanguardia, ha portato la scrittura verbovisiva e la poesia sonora anche di fronte al grande pubblico partecipando a diverse trasmissioni radiofoniche e televisive, in particolare, negli anni Novanta, ad alcune puntate del popolare talk-show "Maurizio Costanzo Show". Tomaso Binga dirige dal 1974 l'associazione culturale Lavatoio Contumaciale che si occupa di poesia, arti visive, letteratura, musica e multimedialità. Dal 1992 è vicepresidente della Fondazione Filiberto Menna, centro studi d'arte contemporanea di Salerno, che promuove iniziative e progetti volti a diffondere ed approfondire la conoscenza del presente dell'arte.

La pratica dell’arte come scrittura, che ha accompagnato tutto il percorso artistico di Tomaso Binga, ha trovato non solo nell’uso della parola, ma anche del gesto e del corpo, una sua espressività originale ed atipica, che ha concretizzato un genere di ardua classificazione e di non facile classificazione nella tradizionale tassonomia letteraria, ma che pullula di artisti di originale inventiva, in parte raccoltisi intorno al Gruppo Baobab, di cui anche Tomaso Binga ha fatto parte. Dalle prime performance affidate al gesto ("Vista Zero" del ‘72), al gesto e alla scrittura ("Nomenclatura" e l’"Ordine Alfabetico" '73-'74 ), è passata nel 1977 con “Poesia Muta”, “Ti scrivo solo di Domenica”, “Io Sono una Carta”, a performance poetiche affidate esclusivamente alla sonorità della parola di chiaro segno femminista e di denuncia di tutte le più scottanti problematiche sociali. Ha rivalutato i valori ritmici e timbrici della parola per dare calore e colore alle armonie del verso dove il significato e il significante s’intrecciano e si alternano in un continuo e controllato gioco di prevaricazioni. Ironia e grottesco, denuncia e dissacrazione, non sense e luogo comune e il sonoro più stereotipato del mondo tecnologico sono stati gli ingredienti principali delle sue poesie performative, che con la poesia sonora si sono arricchite della energia corporea necessaria per stabilire un tramite più diretto tra il testo e il fruitore.

A "Tomaso Binga" alias  Bianca Pucciarelli Menna viene riconosciuto il premio Svoboda al talento artistico e creativo.

Foto di Giordano Emiliozzi

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